La mascherina e i bambini: come comportarsi

Ora che stanno arrivando pacchi di mascherine e gel igienizzante nelle farmacie, nelle aziende, nelle tabaccherie, presto li troveremo in tutti i negozi e presumibilmente, non si potrà uscire senza mascherina. Noi adulti, che siamo sporadicamente usciti per la spesa, ci DOVREMO per forza di cose abituare ma i bambini? Lo chiedo alla Dott.ssa Manuela Manno, psicologa e psicoterapeuta

Vorrei fare una premessa

I bambini sono ottimi registratori, osservano e ascoltano tutto: i nostri non detti, il linguaggio del nostro corpo, il tono della nostra voce, i nostri sguardi, percependo benissimo gli stati emotivi che ci attraversano.

Per questo senza farsi prendere dalla paura  e dall’ansia di non riuscire a gestire tutto, non  bisogna né negare o nascondere completamente ciò che sta accadendo e che ci preoccupa, né al contrario informarli su tutto, spaventandoli e allarmandoli con troppi dettagli di notizie a volte non necessari…
Educare nella giusta misura della realtà, laddove noi adulti siamo il principale mezzo di comunicazione a cui accedere per conoscere cosa sta accadendo, avendo cura di utilizzare i filtri convenienti in base all’età. 

Detto ciò, prima dei 6 anni non ha molto senso dare troppe informazioni. 

Come spiegare ai bambini – in base all’età – il perché indossiamo la mascherina?

Dare delle spiegazioni chiare e semplici sulla realtà che ci circonda, spiegazioni che possano rispondere ai dubbi, alle paure e alle domande che sicuramente si formano nelle loro teste, anche quando non le esplicitano apertamente. Come accennavo prima, é ovvio che le spiegazioni dovranno essere misurate in base all’età dei bambini e quindi è utile semplificarle o arricchirle di elementi reali o simbolici a seconda della loro possibilità di processare le informazioni. Oggi ne abbiamo anche troppe di informazioni ma con i bambini, specie se piccoli e in età prescolare, è utile arrivare all’essenziale, al cuore del problema…sul perché dobbiamo indossare la mascherina ad esempio, possiamo rispondere che è  una protezione per noi e per gli altri, una barriera, uno scudo che  aiuta tutti a ripararci dal virus (oltre alle altre norme igieniche già ben illustrate in questo periodo di quarantena). Ecco da questa base i genitori possono esemplificare, usare dei sinonimi o delle immagini che aiutano a capire meglio il concetto di “elemento protettivo”. Per esempio chi va in bicicletta o in moto si protegge la testa con il casco. Chi usa lo skate indossa le protezioni per gomiti e ginocchia per non farsi male e così via…Ora siamo in una fase in cui dobbiamo usare la mascherina per non ammalarci.

Cosa dire ai bambini nel momento in cui la facciamo indossare a loro, poco prima di uscire, per convincerli – per quanto si può – di tenerla e cercare di sopportarla? (si indossa DOPO I DUE ANNI)

Semplicemente ribadire che in questo periodo e per un po’ di tempo finché il virus rimarrà  ancora in giro, volando e saltando da un posto all’altro; quando potremo uscire dovremo tutti,  grandi e piccini, indossare la mascherina, il nostro speciale scudo che ci ripara dai suoi attacchi, così come in inverno per ripararci dal freddo indossiamo cappello, sciarpa e guanti…E che é importante indossare la mascherina soprattutto quando si è vicino ad altre persone perché il virus si attacca più facilmente passando nel naso e nella bocca,  quindi in quei casi è ancora più utile indossare una protezione.

C’è un gioco che si può fare con la mascherina – magari giocando proprio sulla pronuncia e sulla comprensione delle parole – per intrattenere i bambini con la mascherina quando cominciano a mostrare segni di insofferenza?

Certamente specie con i più piccoli, il gioco e le storie inventate sono lo strumento più efficace per veicolare messaggi importanti ai bambini...attraverso l’immaginario fantasioso riescono a comprendere molto meglio  e a tollerare le situazioni più frustranti. Chiaramente la parola stessa mascherina ci richiama all’ampio mondo delle “maschere” (tanto caro ai bambini nella tradizione del Carnevale) e che quindi indirettamente rimanda al gioco dei travestimenti. Qui i genitori e gli educatori si possono inventare storie di pirati, ninja, supereroi (che indossano spesso una maschera sul viso per non mostrare la loro vera identità) e oggi più che mai fra i nostri supereroi includiamo anche i nostri medici, infermieri e operatori sanitari, modelli di grande ispirazione per questa battaglia contro il virus…Per cui i bambini accetteranno con un sorriso e un po’ di divertimento una realtà scomoda, sopportando questo accessorio nuovo e magari fastidioso ma ora indispensabile…

Speriamo che si facciano mascherine da supereroi, da principesse, da fatine…in fondo il marketing non serve proprio a questo?

Credo che siano già all’opera…però  senza aspettare o ricorrere alla grande distribuzione possiamo pensare che  i bambini potrebbero personalizzare la loro mascherina con dettagli semplici, un simbolo, un colore, un adesivo, un particolare che possa renderla più divertente, più bella e semplicemente più familiare…

Concludo con due riflessioni generali sui bambini. 

È  importante ricordare che i bimbi hanno uno spirito di adattamento molto forte, molto più alto di noi adulti così come hanno anche tempi di recupero molto rapidi; quindi indubbiamente ciò che stanno perdendo adesso lo ritroveranno in una maniera distinta e forse più  intensa dopo, ciò che stanno vivendo ora rispetto al cambiamento improvviso di routines e di contesti di apprendimento, sta nutrendo e rafforzando altri aspetti del loro animo e del loro sviluppo e infine i bambini riescono a reagire alle avversità in maniera a volte sorprendente.

Inoltre in una situazione nuova, di pericolo, di stranezza o di incertezza la prima cosa che fanno è  guardare i loro genitori negli occhi, si riflettono nel loro sguardo cercando protezione ed è quello stesso sguardo che contribuisce a determinare le loro reazioni. Se noi adulti siamo in ansia, lo saranno anche loro, se siamo tranquilli si calmeranno. Il loro stato d’animo non dipende totalmente dalle circostanze ma soprattutto da ciò che vedono nei nostri occhi. E se noi sapremo trasmettere speranza e fiducia anche in questa emergenza, anche loro troveranno coraggio e sicurezza in se stessi per andare avanti, per riprendere  una vita sociale che all’inizio non sarà di semplice gestione e sicuramente non sarà come prima

Dobbiamo  avere fiducia nelle infinite risorse dei bambini, nel loro modo unico e semplice di vivere “il qui ed ora” con la spinta vitale che lì guiderà anche in un mondo diverso e per certi versi ignoto.
Buona vita a tutti! 
Dott.ssa Manuela Manno

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